L’angoscia o attacco di panico è un disturbo caratterizzato da una paura intensa di perdere il controllo e di non riuscire più a gestire una situazione o di morire, sensazione accompagnata da un senso di oppressione dolorosa, da palpitazioni e stordimento.
La persona colpita non sempre comprende bene ciò che le capita: può avere la sensazione di dover agire velocemente, con urgenza, senza però sapere cosa fare o a chi rivolgersi. Il senso di angoscia può arrivare improvvisamente, senza preavviso, in modo del tutto inatteso. Ad esempio,può palesarsi prendendo l’ascensore, passando su un ponte, attraversando una galleria.
L’angoscia ha spesso come causa l’affiorare in superficie di una memoria emozionale che la persona ha paura di rivivere; pertanto, ogni volta che la persona si trova in una simile situazione che, seppur inconsciamente, le ricorda l’episodio traumatico o doloroso, entra in uno stato di panico che le provoca i sintomi dell’angoscia come difficoltà respiratoria, palpitazioni cardiache, stordimento, aumento della pressione arteriosa, talvolta nausea e svenimento.
In modo inconsapevole l’individuo che ha vissuto un’emozione così crede che se dovesse rivivere quell’evento traumatico morirebbe ed è per questo che cerca di fuggire; la fuga diventa un meccanismo di sopravvivenza.
Quindi posso chiedermi a quale ricordo possa riportarmi il senso di angoscia e, se è legato alla paura di morire, occorre chiedersi se già si ha avuto questa paura…Se, invece, è legata alla paura dell’abbandono occorre chiedersi se si ha avuto paura di essere abbandonati, se è legata alla paura di restare senza risorse occorre chiedersi se in passato si è incorsi in situazioni simili.
Teniamo conto che molti ricordi sono annidati nel nostro inconscio.
Se gli attacchi di panico si ripetono è consigliabile farsi aiutare da un terapeuta che cercando di ripescare il ricordo, spesso consciamente dimenticato dalla persona che sta male, può scioglierne la carica emotiva.