Lo iodio è un micronutriente essenziale presente nel corpo umano in piccole quantità( 15/20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide. Questa ghiandola produce due ormoni: tiroxina e triiodotironina. Essi regolano molti processi metabolici che contengono iodio nella loro struttura chimica. Ecco perché livelli troppo bassi di iodio incidono negativamente sulla salute.
Devono prestare attenzione alla carenza di iodio le donne in gravidanza e in allattamento, poiché il feto potrebbe risentirne e bambini di età inferiore ai tre anni, per evitare disturbi a livello intellettivo.
La conseguenza più nota di carenza di iodio è il gozzo, cioè l’ingrandimento della tiroide che si sforza per produrre ormoni in quantità adeguata. Se la carenza non è protratta nel tempo il corpo non ne risente, altrimenti si possono sviluppare anche problemi gravi a carico del sistema nervoso centrale o periferico.
Può svilupparsi anche l’ipotiroidismo che provoca improvvisi e inspiegabili aumenti di peso.
Limitata sopportazione del freddo e sbalzi d’umore possono essere disturbi collaterali alla carenza di iodio.
Le donne che soffrono di carenza di iodio possono notare alterazioni nel ciclo mestruale, nel senso di maggiore intensità o scarsa regolarità.
Il Ministero della Salute italiana ritiene che è utile assumere 150mcg giornalieri di iodio; al massimo si può arrivare per adolescenti e adulti ad un dosaggio pari a 225mcg.
Un eccessivo consumo di sodio può favorire problemi cardiovascolari, soprattutto in soggetti predisposti a ipertensione. Un’alternativa pratica e sicura sarebbe fare ricorso ad un integratore specifico a base di fucus o quercia marina, alga naturalmente ricca di iodio. Alga utile anche a per chi ha problemi di sovrappeso, dovuti ad un metabolismo pigro.
Gli alimenti ricchi di iodio sono: crostacei e pesce di mare, alghe, uova, latte, carne. Nella frutta e nei vegetali, invece, la concentrazione di iodio varia in base alla quantità presente nel terreno di coltura. Inoltre la cottura degli alimenti riduce la quantità di iodio presente nel cibo con punte che possono raggiungere il 78% in meno per la bollitura.