Caratterizzata da starnuti frequenti, spesso a raffica, fastidio agli occhi, prurito e sensazione di fastidio a occhi e naso, ma anche a palato e orecchie, lacrimazione e, talvolta, tosse o asma. Questi sintomi si ripetono sempre nello stesso periodo dell’anno e possono durare anche settimane.
Questa allergia è problematica a ricorrenza stagionale: nei diversi periodi di fioritura delle piante, che presentano il loro picco a primavera, invisibili nubi di polline, seguendo il vento e le correnti aeree, si riversano nell’atmosfera, diffondendosi anche per diversi chilometri o allontanandosi molto dalla sorgente.
I pollini immessi nell’atmosfera garantiscono la riproduzione ed il perpetuarsi delle specie vegetali. Quelli più allergenici sono i pollini di piante arboree, erbacee, selvatiche, prive di fiori. Sono pollini di dimensioni ridotte, ma prodotti in grandi quantità, capaci di rimanere sospesi nell’aria per lunghi periodi di tempo e di essere trasportati anche a grandi distanze. I pollini si depositano ovunque: sulle mucose delle vie aeree delle persone che vivono nelle zone interessate dallo sciame pollinico. Una volta depositati sulle mucose nasali o bronchiali, ma anche sulla congiuntiva, le sostanze presenti nei pollini vengono riconosciute dal sistema immunitario. Se l’individuo presenta una sensibilizzazione a queste sostanze si scatenano i classici sintomi a carico delle vie aeree.
Recenti studi affermano che l’effetto degli allergeni liberati dai pollini viene potenziato dall’azione degli inquinanti emessi dai motori alimentati con derivati del petrolio; si determina, pertanto, nell’atmosfera, un’interazione per cui da una parte gli allergeni pollinici diventano più aggressivi per le mucose respiratorie e dall’altra i soggetti esposti hanno mucose già infiammate dagli inquinanti.
Attraverso reti di monitoraggio sono stati raccolti i dati necessari per preparare calendari pollinici. Essi sono importanti a scopo preventivo e terapeutico, così il soggetto allergico conosce l’andamento nel corso dell’anno solare della concentrazione nell’aria dei pollini a cui è suscettibile.