In insalata, frullata o in caffè, la cicoria, se presa con costanza, apporta benefici a tutto l’organismo.
Secondo fonti storiche, i Romani acquisirono alcuni usi della cicoria dagli Egizi, ma il nome latino cichorium segna la conoscenza, attraverso i Greci, che con Kio chorion intendevano “vado nel campo.” Orazio fu un grande estimatore della cicoria tanto che nelle sue Odi scrive:” Mi nutrono le olive, la cicoria e le malve delicate.” Dioscoride la indicava per la cura delle difficoltà digestive, Plinio il Vecchio per la purificazione del sangue e Galeno per il fegato. Il benefico caffè di cicoria si produceva in case contadine, nell’Italia degli anni ’50, ritenendolo un’imitazione del caffè per poveri, mentre era un’ottima bevanda senza le controindicazioni del caffè!
E’ una pianta versatile della quale si usano le foglie fresche nelle insalate e le radici per bevande. La cicoria ha proprietà digestive, depurative, diuretiche e un effetto blandamente sedativo. Un’insalata di cicoria selvatica, un paio di volte o più a settimana, garantisce un effetto detossificante continuativo, un aiuto prezioso soprattutto per la funzionalità epatica e renale, che si vedrà riflesso nel miglioramento della pelle già da poco tempo.
Le radici sono carnose e succulente, forniscono una quantità ingente di materia alimentare con bassissimo apporto calorico perché contengono inulina, lo zucchero tipico delle Composite che non viene metabolizzato dall’uomo. Le radici più grandi, della dimensione delle carote, possono essere lessate o cotte al forno in sostituzione delle patate; sono adatte anche ai diabetici e a chi segue una dieta ipocalorica. Usate anche per dare cremosità alle zuppe o per le polpette vegetali.
La cicoria è presente tutto l’anno, si può raccogliere anche in inverno e, anzi, è una delle poche erbe presenti durante la stagione fredda.
Le radici si raccolgono da settembre a novembre-dicembre, dopo di che risultano più povere e molto fibrose.