Come sostiene Deepak Chopra il campo della vita umana è aperto e senza confini. Al suo livello più profondo il corpo non ha età e la mente non ha tempo. Una volta che l’essere umano si sarà identificato con questa realtà, che è coerente con la visione quantica del mondo, l’invecchiamento cambierà dalle fondamenta.
I tibetani sulla longevità hanno i famosi Cinque riti provenienti dalla loro terra e considerati elisir di lunga vita. Spalding, fu lo scienziato che organizzò nel 1894 una spedizione di ricerca nel Tibet e realizzò che c’erano persone che avevano centinaia di anni. Alcune di loro avevano più di 500 anni e i loro ricordi sembravano confermare quanto detto. Racconta di aver pranzato un giorno, insieme ai colleghi scienziati, con quattro portenti della natura, dei Matusalemme molto simpatici, di età molto avanzata; uno di loro aveva 500 anni, ma il corpo pareva di un quarantenne. Quale era il segreto? Affermarono di aver appreso l’arte di dominare gli elementi biochimici del corpo, in modo da poterli dissolvere e ricostituire a volontà. I Saggi tibetani assicurarono allo scienziato che tali miracoli sono potenzialmente alla portata di tutti: ciascuno di noi, alla nascita, riceve un corpo perfetto spiritualmente, in grado di vivere per molti secoli. I sette chakra, infatti, corrispondono alle sette ghiandole endocrine e gli ormoni secreti regolano tutte le funzioni corporee. L’invecchiamento è regolato dagli ormoni e secondo gli ultimi studi medici, è la ghiandola pituitaria a produrre un “ormone della morte” al principio della pubertà. Questo interferisce con l’abilità delle cellule di utilizzare ormoni benefici come quello della crescita. A poco, a poco, perciò organi e cellule si deteriorano e muoiono. Il processo di invecchiamento esige pertanto il proprio tributo. Se i Cinque riti tibetani riequilibrano i sette centri energetici, anche lo squilibrio ormonale viene, di conseguenza, normalizzato. Le cellule potranno replicarsi e prosperare come in un individuo giovane.