Se la persona deve affrontare un’ordalia, è necessario che voglia veramente superare il suo problema. La motivazione a superarlo non sempre esiste nel momento in cui si entra in terapia. Il terapeuta deve aiutare la persona a trovare la motivazione a compiere questo drastico passo: deve far emergere nel cliente la ferma determinazione a superare il problema. Le procedure da usare sono simili a quelle impiegate per portare una persona a seguire qualsivoglia direttiva terapeutica, con l’ulteriore avvertenza che questo tipo di direttiva sarà spiacevole da seguire. In modo tipico, il terapeuta deve sottolineare la gravità del problema, ricordare i tentativi falliti di superarlo, renderlo una sfida per il cliente, e sottolineare che l’ordalia è una procedura standard di solito coronata da successo. Una motivazione importante per molti clienti in questa situazione, viene dalla disponibilità ad affrontare l’ordalia solo per dimostrare che il terapeuta si sbaglia. Persone di questo genere hanno di solito provato molte cose per superare il loro problema; e quando il terapeuta afferma con decisione che questo procedimento lo risolverà, il cliente trova difficile crederlo. E tuttavia l’unico modo che il cliente ha per dimostrarlo è quello di affrontare l’ordalia. E il farlo ha un effetto terapeutico.
Un modo per motivare il cliente è dirgli che esiste un metodo di guarigione garantita, ma che non gli verrà comunicato sino a che egli non si dica in anticipo d’accordo nel metterlo in atto. Affascinato dall’idea che si possa fare qualcosa per risolvere il problema, e non credendo che ciò sia possibile, il cliente è messo in una situazione nella quale deve acconsentire a fare qualcosa per scoprire che cos’è. In questo modo si impegna ad eseguire il compito.
” Psico-Bio- Genealogia . Le vere origini della malattia” di A. Bertoli