Il panico è una reazione di difesa nella lotta contro la sensazione di prigionia in situazioni che minacciano la vita e aumentano la tensione. Si nota una certa rigidità muscolare, soprattutto negli arti e gonfiore al torace. Il terrore, invece, causa una diminuzione immediata dell’energia e porta a passività e flaccidità muscolare con depressione al torace.
Il panico l’uomo, l’avverte in situazioni di guerra o durante delle calamità naturali; in questi casi c’è il rischio di un infarto al miocardio poiché l’incremento della tensione toracica causa una contrazione coronarica che rompe la placca arteriosclerotica coronarica. Questo si verifica soprattutto in soggetti predisposti, cioè in persone che hanno avuto un’alterazione patologica dovuta ad un profondo conflitto di separazione non risolto, il quale ha provocato la formazione molto lenta della placca.
Ad esempio l’affetto dei genitori per un bimbo è localizzato nei polmoni e se il piccolo avvertisse, per qualunque motivo, la sensazione di essere abbandonato, proverebbe una sensazione di dolore e angoscia. La stessa reazione potrebbe esserci con una brusca e precoce interruzione dell’allattamento che causa aumento della tensione toracica disturbando l’equilibrio dell’organismo.
Per scaricare la tensione nel torace, essenziale è il pianto! Se il contatto tra bimbo e madre, in particolare, non viene ristabilito, il bimbo continuerà a piangere fino a non riuscire più a respirare e questo determinerà la paura di morte per asfissia.
L’inibizione del pianto attraverso la respirazione trattenuta blocca l’energia nei muscoli del torace causando tensione continua che si manifesta con la contrazione del torace.
Se la contrazione del torace viene superata, come avviene durante il trattamento energetico, si libera il sentimento di angoscia repressa che sveglia il desiderio di amore, riattivando il sentimento di panico all’abbandono che, a sua volta, si manifesterà con pianto, risa, grida.