Pianta cespugliosa erbacea, perenne, di energia Yang e legata al Sole. Deve essere usato solo per via esterna come antinfiammatorio, decongestionante, astringente, deodorante, antidepressivo, afrodisiaco e tonico del sistema nervoso. Ottimo anche nella cura per l’acne, per la pelle screpolata, invecchiata, infiammata, per le punture di insetto, per la dermatite seborroica, per le rughe e per le piccole ferite.
Nei Paesi d’origine era usato come febbrifugo, antisettico e stimolante, come profumatore di indumenti e per preservare la biancheria da tarme e insetti. Nel 1800 arriva in Europa dall’India proprio come profumatore di indumenti, tanto che quest’ultimi per essere venduti dovevano “essere al patchouli”
Negli anni ’70 del 1900 veniva usato come profumo personale e per gli indumenti dai movimenti di contestazione studentesca e tra gli hippies. Ha un aroma inconfondibile, pesante e insistente, infatti le persone lo amano o lo rifiutano. Chi è preso da questo olio essenziale lo trova stordente, sensuale, stimolante, che accende l’immaginazione, evocando atmosfere orientali, chi, invece, lo rifiuta lo trova sgradevole dicendo che sa di muffa, di terra, di cantina polverosa.
Sulla pelle, come sopra detto, apporta benefici in vario modo; a livello psicoemotivo esercita un’azione di rilassamento ed è anche uno stimolante. Tonifica e rinforza coloro che soffrono di ansia e si sentono deboli; stimola la creatività e migliora la concentrazione. Come antidepressivo è indicato per coloro che tendono a perdere il contatto con le sensazioni fisiche e i bisogni del corpo; tiene ancorate a terra anche le persone un po’ troppo sognatrici!
Come afrodisiaco, la reazione è molto soggettiva poiché dipende dalla percezione olfattiva. Se il profumo piace stimola la libido attivando fantasia e immaginazione; se, invece, è poco gradito, non stimola assolutamente nulla, anzi provoca fastidio.